Lazarillo de Tormes

La prima data di pubblicazione certa del Lazarillo de Tormes a stampa risale al 1554, anno in cui appaiono tre edizioni in tre città diverse: un'edizione a Burgos, una ad Alcalà de Henares e una terza edizione ad Anversa. 
Ha un successo iniziale notevole ma poi interrotto: nel 1559 viene messo all'indice dal Tribunale dell'Inquisizione e fino al 1573 è un libro proibito. In quest'anno è pubblicato una versione censurata conosciuta come "Lazarillo castigado" in cui cadono due capitoli: il quarto e il quinto, in quanto costituivano una satira clericale troppo esplicita, più vari passi. Il secondo capitolo, invece, non cade: capitolo incentrato sulla figura di un prete avaro. Questo capitolo non viene censurato perchè è una satira rivolta a una determinata figura di religiosi: conversos. Dunque il censore che nel 1573 prepara l'edizione tagliata non censura questo capitolo perchè per le gerarchie religiose era una satira gradita.
Ci saranno poi varie continuazioni anonime, tra queste una sarà tradotta in Inglese.

L'AUTORE.

E' anonimo. L'autore non si firma per evitare il problema della censura. Si è cercato di identificarlo con gli eterodossi della Spagna del '500, ma anche in un protestante o in un erasmista.(L'erasmismo ha una notevole diffusione nei primi tre decenni del '500 perchè era appoggiato dal re, ma poi verrà attaccato dalla censura). Ma che l'autore fosse un erasmista è un'ipotesi poco probabile perchè nel Lazarillo de Tormes l'erasmismo viene parodiato, citato con toni enfatici e sentenziosi. Si è poi detto che l'autore potesse essere un "alumbrado", cioè un fedele eterodosso. Questi furono una minoranza religiosa perseguitata dall'Inquisizione. Ma anche gli alumbrados sono criticati nel testo.
L'ipotesi più concreta sostiene che l'autore fosse un membro dell'aristocrazia, un nobile, libero pensatore, anticlericale. Un nobile che criticava diversi aspetti della società del '500, che ha posizioni conservatrici sull'ascesa di Lararillo nel racconto.
Alcuni dicono che il Lazarrillo de Tormes fosse frutto di Diego de Mendoza; altri di Lope de Rueda; altri, in data più recente, di Alfonso de Valdez, uno dei più importanti esponenti dell'Umanesimo spagnolo, perseguitato per discendenze giudaiche. 

L'OPERA.

Il Lazarillo de Tormes è costruito in modo da rendere difficile un'interpretazione univoca. E' un testo in cui regnano l'ambiguità e il doppio senso. Abbiamo una confessione che nasconde la verità dei fatti. Parliamo di un elemento rivoluzionario: cifra l'intero racconto nelle vicende individuali di un umile.
Il personaggio passa da attore delle vicende ad autore e narratore di sé stesso, e questo porta a dei malintesi. Spesso, infatti, si é identificato l'io di Lazarillo con le idee personali dell'autore del racconto; ma il punto di vista di Lazarrillo é diverso da quello dell'autore. Si tratta di un racconto in cui il lettore deve decodificare ciò che gli viene raccontato, deve trovare la verità che si trova dietro a ciò che gli viene raccontato. Il racconto presuppone complicità tra il lettore e l'autore, complicità che avviene alle spalle e a danno di Lázaro, secondo i meccanismi della parodia (vengono prese le parole di qualcuno facendogli il verso, smentendole). La parodia viene attuata da Làzaro stesso nei confronti di altri personaggi e dall'autore del romanzo nei confronti di Làzaro.


LA STRUTTURA
Abbiamo un prologo molto breve più sette "tractados" (capitoli) di lunghezza variabile. Il primo tractado è il più lungo, mentre gli altri sono lunghi solo una pagina. Non ci sono estensioni regolari, ma l'estensione cambia a seconda di ciò che è narrato nella vicenda. 
La forma di base è epistolare: il testo è una missiva che Lázaro indirizza ad un'autorità (Vuestra Merced). E lui scrive perchè gli viene richiesto. C'è uno scopo ultimo nel racconto che ci fa Lázaro e sapendo il suo scopo decodifica il racconto.
L'epistola ha uno sviluppo grandissimo nel Romanticismo: emerge l'importanza dell'io, soprattutto nelle "Cartas de relaciòn", cioè missive rivolte ad un'autorità per informarla su alcuni eventi. E l'autore riprende questo genere letterario.
"Vuestra Merced"  funziona nel Lazarillo come destinatario narratorio extradiegetico, ovvero la persona destinataria non è implicata nei fatti del racconto. E' una figura che ha uno sguardo esterno sulla confessione di Lázaro.
La scelta della forma epistolare ha fatto pensare all'influenza rinascimentale delle missive burlesche: scritti del Rinascimento italiano di tipo umoristico; sono lettere autobiografiche in cui le voci parlanti non sono di nobili o di funzionari, ma di servi, di donne, di mariti traditi. Quindi scrive chi non dovrebbe scrivere, chi non ne ha la capacità, la facoltà. E' un genere comico-burlesco.